ELOGIO DELLA CEDEVOLEZZA
rilassamento
18 agosto 2022
Elogio della cedevolezza | Dr.ssa Laura Renna Blog

I sintomi che il nostro organismo manifesta vengono spesso considerati una scocciatura da eliminare velocemente. E se questi fossero, invece, dei preziosi messaggi, indicatori di necessità alle quali non abbiamo prestato sufficiente attenzione, come ci comporteremmo nei loro riguardi?

 

Tra gli SOS più lanciati dal corpo, e più bistrattati, fa capolino la stanchezza; molti dei pazienti che visito lamentano stanchezza da molto tempo, settimane o addirittura mesi.

La stanchezza cronica è un segnale da non trascurare, anche se spesso ignorato, poiché vissuto come un segno di debolezza ed inefficienza, in particolare dalle persone più perfezioniste ed esigenti.

Quando il livello generale di energia cala, il nostro organismo entra in modalità “riserva” per tentare di risparmiare risorse preziose, così con il sintomo “spossatezza” il corpo ci sta in realtà dicendo: “Ehi guarda, qui abbiamo bisogno di una pausa, vedi di darti una calmata!” E noi come rispondiamo il più delle volte? Cercando di sforzarci ancora di più e aumentando il numero di caffè quotidiani…

 

Per capire meglio la faccenda, passiamo ora in rassegna alcuni dei capitoli di spesa più importanti per il sistema organismo.

Il cervello è l’organo più dispendioso in assoluto, il più goloso di zuccheri e il primo a soffrire quando si instaura uno stato di ipoglicemia ed ipossia: esso presiede a tutte le funzioni dell’organismo, tanto quelle volontarie che quelle involontarie.

 

STANCHEZZA CRONICA NEL CORPO, INGORGO DI PENSIERI NELLA MENTE

Non facciamo l’errore, però, di dare per scontato un processo che si svolge di continuo nel cervello, spesso senza che ce ne accorgiamo, attivando miliardi di sinapsi al minuto: l’attività di pensiero. Basterebbe osservare un elettroencefalogramma (registrazione dell’attività elettrica dei neuroni corticali) in attività di normale veglia per valutare il disordine del tracciato, in cui un’attività a prevalenza di onde beta desincronizzate mostra il caos generato da un intenso “fermento” psichico. Ma se pensare consuma energia, pensare, rimuginare e preoccuparsi consuma moltissima energia! Diversi studi mostrano, a tal proposito, come l’attività elettrica della corteccia cerebrale si trasformi completamente durante l’attività meditativa, mostrando un ritmo variabile alfa/theta (talora gamma, in caso di intuizioni ed esperienze mistiche!) con caratteristiche di elevata coerenza.

Insomma, quando stiamo lì a menarcela – come dicono i ragazzi – non facciamo altro che stancarci di più, senza - peraltro - nessuna utilità pratica.

Non è forse uno spreco di energie rimuginare su come ci ha strapazzati il capo nel corso della riunione di bilancio dello scorso mese, mentre stiamo semplicemente caricando la lavastoviglie?

 

ESSERE SEMPRE TESI CI SFINISCE

Oltre a questo, sono le tensioni muscolari a giocare un ruolo molto importante nel generare uno stato di prostrazione generale. In teoria, le fibre dei muscoli dovrebbero accorciarsi durante un’attività, al termine della quale rilassarsi ed entrare in uno stato di riposo, fatto salvo un minimo tono basale necessario per garantire la postura. Molti pazienti all’esame obiettivo mostrano, invece, uno stato permanente di contrazione muscolare accentuata, che si accompagna spesso a una qualche sintomatologia dolorosa. Per dirla in termini ancor più semplici, i muscoli lavorano anche quando non ce ne sarebbe la necessità, consumando molecole di ATP.

E non si tratta forse di una spesa inutile, contrarre i muscoli anche quando, per esempio, stiamo assistendo ad una conferenza? Le contrazioni muscolari croniche più comuni riguardano l’articolazione temporo-mandibolare, il distretto cervicale, le spalle, il diaframma, la schiena in toto e, ultimo ma non ultimo per importanza, il distretto del bacino. Ricordiamo che uno squilibrio tensivo a carico dell’apparato mio-fasciale genera non solo stanchezza e dolore, ma anche asimmetrie e squilibri posturali che possono inficiare perfino il lavoro degli organi interni, dato che tutto nel nostro organismo è interconnesso.

 

UN CIRCOLO VIZIOSO

Stanchezza cronica, attività mentale rimuginante e tensioni muscolari vanno a braccetto e sono il risultato di uno stile di vita non adatto a noi. Tirare la corda oltre il limite è diventato un atteggiamento molto comune ma basterebbe un poco di buon senso per accorgerci che non dobbiamo accettare tutto quello che viene proposto dall’esterno.

 

STIAMO ANDANDO NELLA DIREZIONE GIUSTA?

L’iperattività è ormai divenuta un diktat nella nostra società, specialmente in ambito lavorativo, generando danni ingenti al nostro organismo. Assecondare i messaggi di un sistema che ci vuole sempre efficienti, sorridenti e rampanti è una violenza contro noi stessi, oltre che la pretesa irreale di una società che sta generando sempre più malati e infelici.

 

TU COME STAI?

Ci sono alcuni segnali che possono aiutarti a capire se anche tu, da troppo tempo, stai occupando la corsia di sorpasso:

  1. stanchezza: fai fatica ad addormentarti e ti risvegli con la sensazione di non aver riposato a sufficienza;
  2. tensioni muscolari accompagnate da dolore più o meno accentuato, per cui ricorri ad analgesici o antinfiammatori;
  3. difficoltà di memoria e concentrazione: dimentichi le cose, sei costretto a fare liste, hai vuoti di memoria per cui non ricordi cosa intendevi dire o fare;
  4. umore altalenante: tendenza alla depressione, a stati ansiosi e attacchi di panico meritano la tua attenzione, non solo di essere sedati da farmaci;
  5. altri sintomi: tachicardia, ipertensione, cefalea, vertigini, processo digestivo alterato, sindrome del colon irritabile, ecc.

 

Spesso dimentichiamo che il corpo nel quale abitiamo è il nostro migliore alleato: i segnali che ci invia non vanno trascurati né considerati come una seccatura da eliminare in fretta, poiché costituiscono degli importanti suggerimenti riguardo al fatto che non stiamo impiegando al meglio le nostre preziosissime risorse.

E, va detto, che più ignoriamo tali segnali, più il conto da pagare sarà salato in futuro.

 

CONCEDITI UNA PAUSA OGNI TANTO

La tendenza sempre più diffusa è quella di ricorrere a farmaci per ogni minimo disturbo, purché il corpo non ci disturbi e non si sia costretti a rallentare il passo. Invece, sarebbe più intelligente imparare a cedere ogni tanto e assecondare i bisogni dell’organismo, alternando in modo sapiente momenti di attività a parentesi di relax/svago, secondo le personali necessità.

La stanchezza non è da intendersi come un segno di debolezza, la tristezza non è una vergogna da nascondere con un sorriso finto e l’ansia non è un nemico da combattere a forza di benzodiazepine.

 

Il corpo ci invia continuamente segnali per avvisarci, proteggerci e, come fosse il nostro migliore amico, vuole il meglio per noi.

Solo cedendo e facendo spazio ai nostri reali bisogni possiamo ricaricare le pile e ritrovare l’energia perduta per affrontare la vita al ritmo giusto.

 







 

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