A TU PER TU CON LA VITA
medicina energetica
14 ottobre 2022


Con questo articolo intendo dare una svolta, nel senso che voglio uscire di più allo scoperto per far capire meglio come lavoro; negli ultimi anni, infatti, ho modificato molto il mio modo di trattare i pazienti, andandomi a specializzare nel trattamento energetico. A cosa serve? Come funziona?

 

Nello scrivere mi riaggancio al quesito che mi è stato posto da una paziente, una domanda che mi viene rivolta spesso in visita: "Dottorenna, sono stanchissima/o: come faccio ad avere più energia?"

 

Oggigiorno si fa un gran parlare di energia... ma quanti riescono davvero a sintonizzarsi su questo livello? E quanti hanno davvero la capacità di padroneggiare consapevolmente l'energia di cui dispongono? Pochissimi.

 

L'energia è ovunque. Si trova dentro di noi, intorno a noi e ovunque nell'Universo. Si potrebbe comparare a un immenso oceano in cui siamo immersi senza rendercene conto, perché il nostro organismo fisico e - soprattutto - la mente ci distraggono e ci richiamano a gran voce nella "materialità". 

 

Come si fa? Da cosa iniziare? Innanzitutto bisogna imparare a portare l'attenzione dentro al corpo. Ad esempio, mentre sto scrivendo questo articolo mi rendo conto di essere seduta, sento i piedi appoggiati a terra, percepisco il mio respiro e sono consapevole delle diverse parti del mio corpo. In altre parole mi sento. Se vogliamo aggiungere un dettaglio in più non mi sento semplicemente, mi percepisco dal di dentro.

 

Il fatto di abitare pienamente il corpo e di passare dal pensare al sentire è la chiave di volta per chiunque voglia padroneggiare il proprio patrimonio energetico. Qui nascono, però, i primi problemi. Al livello del sentire, infatti, si trova accomulato (o abbandonato) molto antico materiale emotivo. 

Pertanto padroneggiare l'energia, significa anche attraversare strati di informazioni come rabbia, tristezza, paura, angoscia, ecc. che non siamo riusciti a gestire in passato.

 

Questo è il motivo per cui tanti aspiranti e adepti della crescita spirituale bypassano questo faticoso passaggio e deviano su un piano puramente mentale, perdendosi nei meandri della fantasia.

Invece - è doveroso ricordarlo - la vera spiritualità è molto concreta e radicata nella realtà.

Altri, al contrario, snobbano la faccenda ritenendosi razionalisti o scientisti, o comunque superiori alle sciocchezze spirituali, perché loro si fidano solo di ciò che è razionale e dimostrato scientificamente. In ogni caso, sia gli spirituali sia i fideisti della scienza sono altrove. C'è chi si perde nella fantasia, chi nei ragionamenti ma il risultato è il medesimo: si è lontani anni luce dalla saggezza del corpo e dalla Presenza dell'Essere che lo abita.

 

Per camminare spediti e sicuri nella gestione dell'energia bisogna necessariamente tornare ad abitare il corpo, sentire il corpo e mantenersi radicati nel qui ed ora. Il libro di riferimento per chi volesse saperne di più è sicuramente "Il potere di adesso" di Eckhart Tolle, che io ho letteralmente consumato negli anni.

Una volta in cui abbiamo iniziato a sentirci più presenti nel corpo, con questo punto di riferimento, possiamo iniziare ad osservare cosa accade dentro di noi. 

 

Il secondo passo cruciale è comprendere che non siamo la nostra mente. Spesso dentro la testa sentiamo per tutto il giorno un chiacchiericcio, come se ci fosse una radio accesa... Il fatto di renderci contro che non siamo questo incessante dialogo ma possiamo osservare tale processo ci conferisce un altro livello di libertà. 

Se mi rendo conto che dentro la testa ho questa radio accesa che mi distrae, posso anche scegliere di girare la rotellina e abbassarne il volume, fino a non sentirla più o, quanto meno, a ridurne l'interferenza nelle mie giornate.

 

Questi sono i primi due passi importanti da mettere in pratica. Potete trovare degli interessanti esercizi di presenza anche nei libri di Salvatore Brizzi, uno per tutti è "Risveglio", che consiglio caldamente.

 

Il tema di essere pienamente presenti a sé stessi è connesso con il primo chakra, il centro energetico della nostra radice su questo piano di esistenza. Spesso chi non riesce a essere presente qui ed ora mostra un deficit a questo livello, pertanto tende a sfuggire altrove.

I motivi possono essere diversi. Mi è capitato di sentire la debolezza del primo chakra di solito in persone con traumi evolutivi. Ho avuto pazienti che avevano fatto anni di psicoterapia o psicoanalisi ma che non erano ancora riusciti ad integrare il fatto di sentirsi al sicuro e a casa nel proprio corpo.

Questo causa uno scollamento dei corpi sottili, nel senso che tendono a sfuggire verso l'alto. Spesso le persone con questa problematica riportano la sensazione di non sentire bene i piedi, le caviglie, le gambe, oltre al fatto di avere a disposizione una scarsa riserva energetica.

 

Cosa faccio? Lavoro sul primo chakra e questo permette all'energia di scendere a terra

I pazienti al termine della procedura di solito riferiscono un forte calore a livello degli arti inferiori e riportano una percezione nuova della parte bassa di tutto il corpo. Come se scendessero giù. Quando si rialzano a sedere a fine trattamento e si guardano intorno, mostrano una maggiore presenza e si sentono come più consistenti.

Un uomo una volta, scendendo dal lettino, mi disse che si sentiva più pesante, invece una ragazza mi riferiva di sentirsi più viva, oltre al fatto che percepiva di nuovo piedi e caviglie.

 

Solitamente il fatto di riattivare il primo chakra si associa a una maggiore energia vitale, a un maggior senso di presenza. Chi si sentiva in un certo senso estraniato torna a essere più partecipe alla vita. I colori sembrano più vividi e tutto appare più luminoso. Come se si tornasse da un viaggio in cui ci si è assentati da casa per un po'... 

 

C'è un però. Rientrare pienamente nel corpo presuppone di sentire con maggiore intensità tutte le emozioni, sia positive che negative. Perciò, prima di questo passaggio, lavoro con la persona sulla capacità di contenere e sopportare. Talvolta può essere un ritorno a terra repentino, per altri più graduale, soprattutto se ci sono delle emozioni intense da integrare.

 

Qualcuno forse deve crescere un po', perché non ha accettato che la vita fosse diversa da ciò che desiderava o si aspettava. Questo è un grande conflitto interno, che ho riscontrato in tanti: della serie "questo gioco non mi piace e io non gioco più".

Accettare con la grazia di persone adulte che le cose non sono andate come volevamo è un altro passaggio importante che predispone ad un maggior radicamento qui e permette, come conseguenza, di veicolare una maggiore energia.

 

L'aspetto più toccante, come terapeuta energetica, è essere testimone di quanto la riconnessione con la propria energia vitale sia fonte di guarigione e risoluzione e vedere come, di settimana in settimana, la persona acquisisca una maggiore vitalità, gioia e senso di completezza.




 

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